E così è andata. Da fine novembre sono, INCREDIBILMENTE, mamma. Questa nuova condizione mi terrorizza ed elettrizza. Ho provato sensazioni, emozioni e dolori che non avevo mai provato e la gioia dei primi giorni è stata un po’ mitigata dai postumi delle varie droghe/anestesie e medicinali che mi hanno somministrato. Ho iniziato prima con un po’ di ossitocina, poi attraverso l’epidurale con i vari boli, auspicando di poter partorire naturalmente, e dopo l’anestesia totale della parte inferiore del corpo per effettuare il cesareo. Le prime due settimane di questi nuovi 9 mesi di esogestazione sono state molto toste (e chi le ha vissute può capire cosa intendo dire, in maniera eufemistica, con toste). I video di mamme su Youtube, i corsi pre-parto, i libri, le testimonianze positive, quelle negative e le ostetriche guru, niente mi aveva preparato e raccontato dell’eventualità di una distocia. Io di base non avevo (e non ho) né il feticcio del parto naturale e del dolore buono né delle esigenze particolari e tutti i buoni propositi di meditare, di ascoltare musica rilassante o motivante, sono andati in fumo alle prime contrazioni più toste. Ho definitivamente capito di avere una soglia abbastanza alta del dolore ma NON così alta. Per chi mi segue su IG sa quanto fossi spaventata dall’attardarsi della nascita di Annamaria perché temevo respirasse il meconio e infatti avendo partorito a 41 settimane più 5 (quasi 42 che è il termine ultimo per partorire dopo il quale diventa pericoloso stare nella pancia), la bimba era immersa nella sua cacca da cui è stata estratta tipo Rambo. Ci sarebbero tante cose da raccontare prima, durante e dopo la nascita di questa nuova persona. Magari lo farò. Appena supero questo periodo di assestamento (leggi anche puerperio) pazzo nel capire i suoi ritmi e di come io posso adattarmi senza perdere troppo la testa. In fondo anche molti dei miei maestri e maestre disegnavano i loro memoir e hanno raccontato la loro maternità o paternità. Come Aline Kominsky , morta lo scorso 29 novembre.
Aline è stata una fumettista bravissima, esponente della scena underground di San Francisco. Ho conosciuto il suo lavoro quando ho iniziato a leggere Robert Crumb, e me ne sono innamorata. Mi ha toccato un commento su Amazon al suo ultimo libro “Need more love”👇
In questi mesi ho avuto modo di riflettere molto sul mio mestiere, sul fare fumetti, e su quanto sia penalizzante voler avere un figlio/a in generale in ogni ambito artistico (forse tranne nell’illustrazione per l’infanzia ma non ne sono sicura). Ho aperto un box domande sulle mie storie Instagram in cui chiedevo consigli di fumetti che raccontassero non solo esperienze con la maternità e il parto ma proprio questo confronto con colleghi/e e le disparità economiche e di possibilità nell’andare alle fiere, nell’essere presenti, l’isolamento, la marginalizzazione, la solitudine che si prova. Insomma cose “tangenziali” al diventare madri. Grazie ai consigli di chi mi segue ho scoperto questo programma per rendere più inclusive le residenze d’artista e poi un libro (che consiglio nella sezione letti, guardati e ascoltati) dove ci sono alcune pagine che mi hanno proprio colpita e fatto pensare che era questo quello che cercavo (specialmente pagina 78). Ovviamente questo fumetto è disegnato da una fumettista americana mentre in Italia, oltre all’esperienza del parto e della maternità, è difficile trovare narrazioni che riflettono in maniera più ampia sulle implicazioni del voler diventare madri nel proprio lavoro. Penso che fare figli, o anche pensare di volerne, in questo periodo sia un atto di fiducia nel futuro e di ottimismo.
Ciò a cui penso non è se sarò o meno una buona madre ma se riuscirò a far diventare Annamaria una persona almeno decente nonostante questo mondo pazzo la voglia impaurita, incazzata e con una serie di privilegi di cui non si accorgerà e che saranno comunque meno dei suoi coetanei maschi.
Visto che Natale è alle porte e i libri da poter regalare sono tanti ho creato una lista con tutta la mia produzione migliore dove si può scegliere quale mio libro (da autrice completa o che ho solo illustrato) regalare! Ti auguro quindi BUONE🎄FESTE e ci leggiamo nella newsportolina °45 il prossimo Gennaio 2023!
A VOLTE LA NEWSPORTOLINA FINISCE NELLA CARTELLA PROMOZIONI DI Gmail. AGGIUNGI L’INDIRIZZO E SEGNALO COME SICURO. SPOSTALA SEMPRE “IN ARRIVO”.
📚Letti, guardati e ascoltati
“Molto più di nove mesi” di Lucy Knisley (Di questo libro sono le pagine sopra). Consigliatissimo a chiunque faccia un mestiere creativo e sta o vorrebbe diventare genitore.
“Mamme con la Partita iva” di Valentina Simeoni
“L’inizio della vita” Documentario su Netflix su quanto siano importanti le cure durante la prima infanzia.
“Il bebè Montessori” di Simone Davies e Junnifa Uzodike
“40 settimane” di Gloriamoci Vives Xiol
“Zerocinque” di UPPA che mi ha dato un’infarinatura di cosa fare con un neonato
Sarà che ho da poco partorito e la serie “This is going to hurt” su Disney+ che parla di un medico ostetrico che fa nascere bambini in un ospedale pubblico inglese mi ha molto colpita!
Prima di partorire ho ascoltato l’audiolibro “Lo faccio per me” e durante il travaglio “Papà, fatti sentire” della psicologa Stefi Andreoli. Molto belli!
“Bad Guy” su Amazon, molto strana e per questo interessante.
Un fumettista che stimo tantissimo (Igort, non proprio uno qualsiasi) ha iniziato a tenere delle lezioni di fumetto su YouTube con delle lezioni registrate, seguitelo!
🏄🏻♀️Cose disegnate, dette, fatte (o che farò)
Ho generato una nuova vita e non mi sembra poco.
Riprenderò le video lezioni registrate del corso di illustrazione che avevo iniziato all’inizio dello scorso anno.
Riprenderò nel secondo semestre le lezioni allo IAAD di Bologna
Disegnerò per dei progetti di libri nuovi tenendo in mente la mia prima lettrice in assoluto!👇
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